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Rivera, rendimi il mio Abatino
di Gianni Brera
La Repubblica - 23 giugno 1985
L'HO
visto la prima volta in Alessandria-Milan, nel 1959. Era l' inizio
del campionato che avrebbe vinto la Juventus. Nel Milan giocava
ancora Liedholm, eroicamente sollevando i ginocchi al modo dei lipizzani
da parata. Il ragazzino portava i capelli all' Umberta e, valutato
ad occhio, aveva il carrello un po' basso, le cosce ipertrofiche,
il petto miserello. -continua-
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Mazzola a Budapest di Gianni Brera
Budapest e l'ansa del Danubio fra rive illuminate da tremolanti ceri per i morti. S'indovina la citt� estenuata sotto la Cittadella che fu dei turchi. Mangiamo guly�s che non � affatto lo spezzatino o p�rk�r, bens� una zuppa di carne alla vaccara, patate a peperoni in polvere. L'orchestra rimbomba 'o sole mio. El Renz cava fuori cinquecento fiorini a dice: and� a sonna' de l�, bravi bagai. Si potesse introdurre la moneta nella bocca degli zigani! ecco il dollaro, state zitti, bastardi fottuti. Neanche una zuppa alla paprika si pu� deglutire in pace.
-continua-
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Ritratto breve di Fausto Coppi di Gianni Brera
"La Gazzetta dello Sport", 27/7/1949
Parigi, 26 luglio
Cosí l'ha fatto il buon Dio che se tu lo vedi all'impiedi, uomo come tutti gli altri, costretto a mantenersi umilmente in equilibrio, la tua presunzione non se ne adonta.
Alto di persona, ma non allampanato, per il solo benigno fatto di non avere collo. Una fronte a dir vero spaziosa, ma cos� tormentata da bozze e asimmetrica da denunziare d'acchito in lui un attenuato vigore di razza e un penoso travaglio di sviluppo.
-continua-
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Sant'Ignazio nei garretti Lettera a Gino Bartali di Gianni Brera
A Gino Bartali. Da qualche anno, conoscendoti meglio, mi sono fatta la convinzione che tu sia una specie di Bertoldo devoto. Non sei, intendo, il "Tartufo" ipocrita e astuto che una morale ormai fuori del tempo costringe a irritante doppiezza: quando ti chiamo frate Cipolla, pensando alle margniffate di quel personaggio boccaccesco che tu forse non sai, voglio semplicemente coprire una mia debolezza. -continua-
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Peppìn Meazza era il Fòlber
di Gianni Brera
"Il Giornale", Agosto 1979
E' morto a Lissone Peppìn Meazza. Se n'è andato in silenzio, vergognoso di morire come si dice dei gatti, alla cui specie sorniona apparteneva. Era da tempo malato. Un chirurgo amico, Minolo Pizzagalli, gli aveva dovuto asportare mezzo pancreas e mal volentieri parlava, poi, della sua sorte pi� o meno vicina.
-continua-
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Invectiva ad Patrem Padum
di Gianni Brera
Sono un uovo fatto fuori dal cavagnolo, quando mio padre e mia madre proletari non pensavano più di avere un altro figlio. Mio paese natìo è Pianariva, che l'Olona divide a mezzo prima di confluire in Po. Sono cresciuto brado fra i paperi e le oche naviganti l'Olona. Ho imparato a nuotare con loro e a desumere i fondali dai diversi colori e dalle diverse increspature dell'acqua.
Fin da primi bagni mi sono sentito dire da mia madre e da quanti altri temevano per la mia vita che Po è traditore, e che mai avrei dovuto nuotarvi.
-continua-
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I Senzabrera
di Gianni Mura
La Repubblica 19/12/1993
Da un anno siamo i Senzabrera, che scritto cos� sembra il cognome d'una famiglia di Salamanca o di Tucuman e forse ci frega la voglia di un neologismo: � una delle strette in cui si ritrovano i Senzabrera. Non siamo solo noi intesi come redazione sportiva di Repubblica. Ce ne sono tanti altri, da un anno giusto, da un giorno ingiusto. C'� il professor Z che scrive da New York, americano e breriano, c'� una poesia scritta in provincia di Treviso, ci sono gli amici che aveva Brera un po' dappertutto, forse non tutti veri ma questo � un altro discorso e tanto vale lasciarlo cadere.
-continua-
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Mio padre
"Gioann" Brera
di Paolo Brera
Il
Gazzettino, 18/12/2000
È
difficile commemorare un padre. L'ho fatto molte volte imponendomi
l'oggettività. Lo chiamavo Gianni Brera , come tutti, e non "mio
padre", perchè il rapporto di parentela per i lettori è un fatto
accessorio. Mi sono un po' fregato con le mie mani: il Gioann non
era solo un personaggio, ma anche l'uomo che mi aveva issato sulle
spalle per premiare un goal segnato sulla spiaggia, una delle uniche
tre volte che ho giocato a calcio in vita mia. Più volte mi sono
rivolto mentalmente a lui per chiedergli scusa, per dirgli che al
di là di quel che aveva fatto nella sua vita io gli volevo bene.
-continua-
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La
"pacciada" su in vigna sulle conviviali tracce del Gioânn
di Cristiana Cassà
Un costone a picco sul mare di Monterosso. È il tramonto. Loro sono
in dieci e camminano in fila su un sentiero ripido e sconnesso.
Qualcuno cade, una mano pronta impedisce che tocchi terra. Nessuno
si scompone. C'è un silenzio improbabile. Le loro figure nere contro
un sole ormai basso, ormai rosso, sembrano quelle di ragazzi scappati
dal collegio, muti, compresi, eccitati dall'imminenza di una riunione
segreta. Portano pane, patate, spezie, e un pesce enorme, una castagnola.
L'hanno presa loro, insieme. In testa è Renzino. Alto e presente,
a dispetto del diminutivo. È sua la casa in cima alla collina che
li accoglierà, che li ha sempre accolti. -continua-
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E' uscito il nuovo libro di Andrea Maietti
su Brera: ecco la presentazione dell'autore
"Addio
Papa Lombardei"
di Andrea Maietti
Nel
dicembre del 1992 Ettore Gasperini mi telefonò per chiedermi un
libro-intervista su Brera , da pubblicare nella sua collana " Allo
specchio", iniziata con Baldassarre Molossi. Mi accordai col Gioann
e ci vedemmo per il primo appuntamento a casa sua , in Via Cesariano
a Milano. Era il 17 dicembre, giovedí, ed era con me il mio amico
fotografo Valerio Sartorio. La chiacchierata si protrasse per gran
parte del pomeriggio , finché ci demmo un secondo appuntamento per
dopo le feste. La sera del 18 , el Gioann fu cena a Maleo presso
il ristorante "Il sole" . Fu la sua ultima cena .-continua-
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La recensione del Libro
Il mondo del Gioânn
"Il
Sono quasi otto anni che Gioânnbrerafucarlo se n'é andato. Ma resta
un punto di riferimento: per il popolo dei Senzabrera, e non solo.
Come avrebbe esaltato il Santo Catenaccio, vedendo l'Italia del
suo caro, vecchio Dino Zoff agli Europei? E quanto avrebbe imprecato,
la sera della finale con la Francia? Con chi si sarebbe schierato,
nella polemica tra il cittá e Berlusconi? Come avrebbe accolto il
suo amico Trap, amato e difeso - sempre - da calciatore prima e
da allenatore poi? E quale soprannome avrebbe coniato per Toldo,
l'eroe della semifinale, lui che aveva inventato l'Abatino Rivera
e Riva Rombo-di-tuono, -continua-
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"Grazie
Gioânn, grande spirito libero"
Un ricordo
di
Massimo di Giammarco
ilpezza@hotmail.com
Giornalista de "La Voce" di Caracas
E'
doveroso, parlando di Lombardia, di Oltrepò Pavese, di vinie cibi,
di brumosi paesaggi fluviali, dedicare uno spazio a Giovanni. Sacrilego
sarebbe, imper-donabile a me stesso non parlarvi del Giovanni fu
Carlo. Si, il caro Gioânn amava presentarsi cosí, conservando la
tradizione contadina, l. amore per il genitore, le proprie origini.
Tanto da imparare, lo stile di vita, le asprezze a nascondere un
animo sensibilissimo: il lessico, la cultura enogastronomica, l'amore
per lo sport e per la letteratura: grande nerazzurro, nel cuore
l'Inter, insieme al Genoa e all'Atalanta.-continua-
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